NO – una giostra sui limiti dei limiti imposti indaga sulla pratica del divieto ed il suo abuso, nelle forme che esso assume a tutti i livelli del nostro quotidiano, per quadri dal clima mutevole, intenso e dinamico come si legge nel programma di sala.
La via scelta per compiere questa indagine è quella divertita e intelligente della pratica ludica.
Sei attori (Federico Cianciaruso, Fabio De Stefano, Riccardo Finocchio, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero, Giorgio Stefanori) e un'attrice (Verdiana Margani) sono chiamati e chiamata in diverse situazioni performative.
La ricerca di una precettistica per una pacifica convivenza che stila di volta in volta una serie di divieti ai quali corrisponde una costruzione fisica di una struttura fatta di persone che, inevitabilmente, crolla nella sua composizione finale.
Alcune situazioni tipiche come i divieti totalizzanti che le persone adulte fanno a due bambini (interpretati da due dei giovani attori) o i consigli bonariamente maschilisti fatti da un gruppo di amici sotto la doccia comune di una palestra a un ragazzo che sta per incontrare la ragazza per fare l'amore per la prima volta; la gara tra gruppi contrapposti su chi trova divieti più assurdi tratti dalle legislazioni locali italiane, prima, e internazionali, europee nordamericane, dopo.
Questa via ludica, agonistica, dove la tifoseria diventa il segno tangibile di una forma di sopraffazione inconsapevole, proprio come i divieti che vengono descritti e derisi, prende un po' la mano alla piéce diventando ripetitiva e fine a se stessa.
Lo spettacolo invece di insistere sull'esplorazione di quei divieti mostrati nella relazione tra adulti e bambini o nei consigli maschili sulla prima volta di uno dei ragazzi, che poteva proseguire affrontando altre situazioni di relazione sociale privata e pubblica (la cui pressione è accennata da una sorta di sipario acustico tra una situazione e l'altra), approntando un discorso profondo sui divieti preferisce insistere sulla componente ludica portata in scena tramite una performatività fisica degli attori e dell'attrice (compreso un monologo nel quale elencano i propri divieti saltando alla corda) che vorrebbe costituire la cifra stilistica dello spettacolo finendo per diventare involontariamente anche quella drammaturgica. Il discorso critico rimanendo a metà del guado lasciando inespresse le molte potenzialità che lo spettacolo sfiora senza cogliere pienamente.
Un vero peccato perché il gruppo è affiatato e fisicamente preciso in una performatività ludico ginnica impeccabile alla quale manca il mordente di un discorso critico che. appena trovato, si smarrisce repentinamente.
Roma Fringe Festival 2014 No - una giostra sui limiti dei limiti imposti